Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 1-4)
Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere»
La vita è proprio un fiume lento che scorre: al centro ci siamo noi, una barca portata dalla corrente; non è detto che vada automaticamente verso il porto della felicità, anche se la direzione è quella. Ogni barca segna con la sua stazza le onde, colora il fiume, gli obbedisce, ricama con originalità il suo percorso, si aggrega, si accompagna o cozza contro le altre … è una festa o una battaglia, una regata o un ingorgo a seconda della volontà di convivere o di dominare.
A Gerusalemme, Gesù un giorno siede a guardare un fiume di persone che passano davanti al tesoro del tempio; è un punto obbligato: quando vai alla presenza di Dio non puoi andare a mani vuote! Certo porti te stesso, ti vai ad affidare a Lui … sai che la tua vita è nelle sue mani, hai un cuore, una intelligenza, un progetto: lo metti lì perché lui ne sia il custode, ma vuoi esprimere questo dono, questo amore con un segno.
Davanti al tesoro passa il ricco commerciante di pecore: ha guadagnato molto e non può non far cadere nei grandi vassoi monete d’oro, sonanti; è una sorta di investimento per i prossimi commerci o contratti.
Arriva l’esattore delle imposte, firma un assegno e lascia cadere in maniera visibile: tutti devono vedere ondeggiare questa ricca “piuma” di soldi che va ad arricchire il tempio; arriva l’agricoltore che ha da poco venduto il raccolto e fa risuonare anche lui le sue monete; arriva l’industriale, ha un codazzo di televisioni, che lo riprendono …
Nel trambusto spunta una vecchietta … le televisioni spengono i riflettori, fa due o tre passi incerti e lascia cadere due spiccioli: non si vedono, non fanno rumore, nessuno li nota: per lei sono tutto quello che ha e lo mette a disposizione di Dio. È povera, è sola, non ha futuro: il suo solo futuro è Dio, la sua vita è tutta in Lui e per Lui. Domani? È nelle Sue mani: Dio non le farà mancare niente.
Gesù è li che guarda: non s’è lasciato incantare dalle televisioni, dal numero di zeri, dalle cifre dei ricchi, dal suono ammaliante dell’oro – di fronte a Dio non ci si fa rappresentare dal superfluo, ma solo dal necessario; non vuole stabilire un contatto con le tue cose, ma con Te: non devi fare offerte, ma essere una offerta.
Questi due spiccioli Gesù li valuta come “tutta la vita che aveva”, la sua consistenza. E’ importante che le monetine siano due, perché poteva anche tenersene una … invece dona tutto: libera dall’ansia del possesso è di Dio e vive per Dio, è figlia della Resurrezione, che riconosce su di sé e sulle sue monete l’autorità della parola di colui che è fedele.
Ai tempi di Gesù c’erano almeno tredici sacerdoti, uno davanti ad ogni cesto, che controllavano il valore delle monete e dicevano a voce alta l’entità e l’intenzione delle offerte; Dopo il tredicesimo cesto ce n’era un altro in cui si gettavano liberamente le monete che si volevano offrire; davanti a questo cesto non c’era nessun sacerdote, ma non mancò di andarci Gesù: solo Lui si metteva a leggere nei cuori e a leggere nella povertà la profondità non la quantità del dono.
Al posto del sacerdote, Gesù stesso guarda, valuta, stima e dichiara il valore, l’entità e l’intenzione di quanto questa povera vecchia, in silenzio, ha gettato nell’ultima cassetta.
Dio ci conceda di fare del necessario il nostro amore vero a Lui e perciò ai poveri.
21 Novembre 2022
+Domenico