Ci resta sempre di sognare e pregare

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21,34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Audio della riflessione

Ci prende spesso la paura: la paura di perdere il posto di lavoro e di ricominciare a girare e cercare; paura di perdere l’amore della nostra vita, perché niente è più sicuro, anche a sessant’anni uno vuol cambiare, crede che i sentimenti si possano vendere e mettere all’asta; paura perché non abbiamo la coscienza a posto e non riusciamo a toglierci il rimorso del male commesso; paura perché vediamo un futuro nero per le giovani generazioni…  

Non temete: c’è uno spazio di grande libertà che Dio ci regala. Non siamo abbandonati, ma cercati e inseguiti dall’amore di Dio. Ma come sempre nella vita non puoi stare con le mani in mano a subire gli eventi, ad adattarti a tutto, a lasciarti definire la vita dalla pubblicità o dall’opinione della piazza, a seguire la corrente; devi riscoprire la bellezza e la forza della tua stessa umanità.  

Hai un capitale di bontà che nemmeno tu conosci, hai una capacità di sognare vita bella e felice, che spesso non valorizzi; hai nel cuore un desiderio di infinito che credi sia irrealizzabile. Invece Gesù dice che occorre stare svegli sempre nella vita. Occorre fare da sentinelle, essere gente che continua a guardare all’orizzonte, che cerca posti sempre più alti per allargarlo, per intuire che Dio è sempre alle porte, è qui; occorre avere sentimenti di attesa, non di sconforto.  

C’è una azione che sconfigge la paura e tiene desta l’attesa: la preghiera. Dice Gesù che occorre pregare sempre, senza stancarsi. Pregare è affidarsi, è sapere che Dio non manca mai agli appuntamenti della vita e della storia, che Dio scava nella nostra esistenza sete di lui, bontà, sentimenti di amore e concordia, sprazzi di speranza e di luce nel buio che spesso ci assale. Tutti i cristiani che hanno subito persecuzioni hanno trovato nella preghiera la forza. È come se nel buio si accenda una luce, nel dolore insopportabile ti nasca una forza, nella nebbia ti si affianchi un amico che ti guida. 

Proprio perché Dio ci ha creati e non ci ha buttati nel mondo a caso, noi lo attendiamo come felicità vera della vita. Non siamo nella solita fila davanti a uno sportello o a una porta per entrare ad accodarsi a un’altra fila e a un’altra ancora. Arrivare a fare il check-in e poi sentirti dire che l’aeroporto chiude. La nostra è una strada difficile, ma sicura che ci porta a Dio e lui su questa strada si fa incontrare. 
Per me Dio non ci abbandona mai! 

02 Dicembre
+ Domenico

Dio non fa mai mancare i segni del suo regno che viene

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21,29-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: 
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Audio della riflessione

La nostra vita è affidata ai segni. Ne hai bisogno quando giri per le strade per sapere la direzione giusta, ti occorrono per intenderti con qualcuno sul da farsi, sono necessari per tradurre i pensieri in uno scritto e comunicarli agli altri, diventano utili a un imprenditore per capire come orientare i suoi capitali, stai ad ascoltare le previsioni del tempo prima di metterti in viaggio. Qualcuno ti manda segni sbagliati per imbrogliarti e devi imparare a difenderti e a farti da solo una tua lettura. Aguzzi l’intelligenza, fai confronti, metti in sequenza vari indizi e poi rischi una decisione. Avessimo conoscenza di alcuni segni inequivocabili per prevenire un terremoto! Potessimo leggere in tempo i segni premonitori di tutte le malattie! Fosse possibile sapere sempre quando la morte è alle porte! Riuscissimo a intercettare i virus che mettono in ginocchio l’umanità con pandemie devastanti di cui siamo sempre succubi! 

Gesù ci dice che esiste una serie di segni anche spirituali per orientare la nostra esistenza alla pienezza che Lui sogna per noi. Ci invita a leggere i segni dei tempi della salvezza, cioè a guardare che cosa nel mondo viene alla luce come segno della sua presenza salvatrice, a vedere la direzione da prendere entro le complicazioni della vita umana per sviluppare e contribuire all’avvento di un mondo più giusto. Cambiano le stagioni della natura; si avverte l’avvicinarsi della primavera o dell’autunno e ci si attrezza di conseguenza; la vita degli uomini esprime una sete di salvezza e in quella sete il cristiano deve collocare le sue energie.  Ciò che l’uomo vede come male, dal credente è visto come principio di speranza. La croce di Gesù è il legno in cui germina il frutto della storia; è la vicinanza del Figlio dell’uomo ad ogni uomo. Lì la nostra terra dà il suo frutto, il fico sterile diventa fecondo, le sue foglie invece di coprire la sua nudità servono a guarire tutte le nazioni. 

Oggi più di ieri si è sensibili soprattutto alla pace, che è giustizia per una vera libertà e che ha bisogno di grande speranza. Il cristiano allora lavora per la pace vera, Toglie dal suo vocabolario la violenza e la barbarie, ma anche la vendetta e l’annientamento; offre la speranza viva che gli mette a disposizione il vangelo che è fatto di dialogo, di difesa, ma anche di perdono. I segni dei tempi sono una sorta di chiamata di Dio a orientare tutte le nostre energie nella direzione dello sviluppo del suo regno che solo lui determina e orienta. La pandemia è stata, e purtroppo lo è ancora, un segno continuo della nostra inconsistenza, del nostro egoismo, del nostro bisogno di un Dio che ci obbliga a liberarci tutti insieme nel massimo della solidarietà. Le guerre di oggi mettono a nudo i rapporti internazionali, basati solo sugli interessi delle parti 

Anche in ogni vita Dio distribuisce dei segni per far capire la direzione giusta della felicità di ciascuno. Ogni uomo e donna deve intercettare questi segni per decidere come orientare la sua vita, come rispondere a questa chiamata personale. Essere capaci di leggere i segni giusti e non farsi incantare da quelli sbagliati è una virtù da acquistare e da chiedere con insistenza e da perseguire con speranza. La preghiera e la carità ne sono due mezzi potenti.

01 Dicembre
+ Domenico

Esiste una cattiveria senza confini verso molti cristiani nel mondo

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 12-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. 
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Audio della riflessione.

Abbiamo tutti letto fin dai primi anni di catechismo di martiri, di gente che ha dato la sua vita per testimoniare la fede in Dio, l’amore di Gesù Cristo per tutti gli uomini, la conduzione di una vita integra nei suoi valori. I primi tempi della chiesa furono tempi di testimonianze fino al sangue. 

Oggi però non è cambiato molto. Siamo costretti a vedere ancora il dilagare di una cattiveria senza confini. Cristiani vengono uccisi solo perché sono cristiani. Esistono piani di sterminio calcolati a tavolino e attuati senza pietà, vengono rase al suolo chiese, cancellati tutti i segni di una fede anche millenaria, per far scomparire ogni traccia di ricerca di Dio, per avere una piazza su cui fare i propri affari senza nessuno che metta un seme di dubbio nella cattiveria e nell’ingiustizia che copre gli interessi di una dominazione assoluta. 

E assistiamo anche a un coraggio indomabile, a persone che sanno perdere tutto, per salvare la propria fede in Dio, che non è un fatto intimistico, ma deve essere conosciuto da tutti e provocare cambiamenti di vita, avviare cammini di bontà. E’ il mistero della grandezza di Dio. Vi perseguiteranno, metteranno le mani su di voi, vi trascineranno in tribunale, vi giudicheranno, non sapranno guardarvi negli occhi, crederanno di farvi paura. 

Ma io sarò sempre lì con voi. Quel Gesù che hanno messo in croce duemila anni fa è sempre di nuovo portato al supplizio nelle vite dei cristiani. E questi hanno una forza indomabile. Vi metto io in bocca le parole, vi do io la forza di sopportare l’esilio, il nascondimento, la perdita dei vostri diritti, la lacerazione dei vostri legami di affetto. 

E’ un mistero di dolore che noi cristiani benestanti e benpensanti facciamo fatica a capire. A noi l’essere cristiani non costa niente, ci stiamo adattando a tutto, viviamo di compromessi, abbiamo addomesticato il vangelo e forse lo usiamo per coprire la nostra ignavia e infedeltà. Il nostro è sempre tempo in cui il vangelo ci porta a riflettere sulle realtà ultime, sul giudizio, sulla tenuta della nostra fede. Ci è chiesto oggi un minimo: la solidarietà, il sentirci con questi nuovi martiri che rinforzano la nostra fede, un corpo solo, il corpo martoriato di Cristo, destinato sempre alla risurrezione, unito nella preghiera e nella speranza, capaci di gratitudine sempre per ciascuno di loro, di interiorizzazione della loro fede.

29 Novembre
+Domenico

Viviamo un’attesa operosa del Signore che verrà

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 5-11)

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Audio della riflessione.

Ci facciamo spesso domande sul futuro della terra, dell’universo, della vita del mondo. Che sarà di noi? Come continuerà a vivere questo mondo con lo scempio che ne stiamo facendo? Che ci sarà alla fine del mondo? I primi cristiani credevano che dopo la venuta di Cristo era stata detta l’ultima vera parola e che quindi il mondo sarebbe potuto finire. 

Gesù viveva in questa cultura, ma continuamente alzava gli uomini a vette più alte, a tempi più larghi soprattutto all’atteggiamento da avere nei confronti del futuro: attesa, vigilanza, occhio limpido, speranza. Non è nelle nostre possibilità sapere giorno e ora, ma nella nostra coscienza vivere una attesa operosa del Signore che verrà. Una verità cristiana indiscussa è che Gesù alla fine dei tempi tornerà su questa terra e i primi cristiani continuavano a invocarlo: vieni Signore Gesù. Non era voglia di farla finita, desiderio di fuggire dalla difficoltà presenti, ma orientamento di tutta la storia a Dio, al fine ultimo, al compimento. 

Non siamo a questo mondo a caso, la vita non è una ruota che gira sempre su se stessa. Vivere significa essere pellegrini verso una meta e occorre sempre averla davanti per correggere la direzione del cammino, per dare slancio e forza per superare le fatiche, per motivare la solidarietà di tutti coloro che sono incamminati. Una qualità che non bisogna mai perdere è quella dell’occhio vigile, dell’attesa, del riferimento al futuro e non del ritorno al passato. 

Dio ci sta davanti e noi ci prepariamo all’incontro con Lui. La vita ha un fine e spesso occorre serrare i pugni per non perdere il desiderio di una meta. Siamo come in una corsa verso un traguardo che esige un colpo di reni. La vita è sempre così, non ci si può adagiare mai. E’ così per il lavoro, è così per la famiglia, è così per la vita di coppia. Spesso roviniamo le cose più belle della vita perché crediamo di possederle, invece vanno sempre conquistate. La fede è un dono, ma va sempre accolto come nuovo. Non lasciamoci incantare dalle sirene, altrimenti non arriviamo da nessuna parte, non crediamo a tutte le semplificazioni e a tutte le scorciatoie della vita, la strada è Gesù, lui dobbiamo seguire perché Dio in Lui non ci abbandona mai. E’ sorprendente sapere che verrà ancora sulla terra a regalarci il paradiso, a far terminare la sofferenza, a far trionfare la giustizia, ma soprattutto ad accoglierci nella sua infinita misericordia.

28 Novembre
+Domenico

A Dio dò ciò che non mi serve o quello di cui mi costa fare a meno?

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21,1- 4)

In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Audio della riflessione.

Siamo tutti e sempre in cerca di sicurezza, di conferme, perché ci accorgiamo che attorno a noi tutto è incerto, faticoso e indecifrabile. Possibile che la vita sia una cosa così caotica? Non è forse più facile? 

Ci viene il dubbio che ci sia qualcuno che si diverte a tormentarci, a seminare il dubbio. Invece basta un buon oroscopo per uscire di casa assicurati al mattino, basta una candelina collocata all’altare giusto per avere la scaramanzia necessaria, basta qualcuno che non ti metta davanti troppe strade, ma che ti dice:” Lascia fare a me, questa è quella giusta. Del tuo futuro non ti preoccupare, pensa al presente, al futuro pensiamo noi”. Non sai come andrà a finire il tuo viaggio? Portati sempre un ferro di cavallo in macchina. Hai qualche disturbo di cattiva coscienza? Fai una bella offerta ogni tanto al santuario e ti comperi una sicura polizza per il paradiso. 

Ecco a Gesù nel tempio è forse capitato di vedere anche questa nostra meschinità, gente che gettava monete, qualcosa che non li coinvolgeva affatto, qualche avanzo. Contento lui, contento il cesto che ogni tanto emetteva suoni confortanti, contento il tempio e chi per lui, ma la vita è da un’altra parte, Dio ancora di più. 

Dio, con gli occhi di Gesù, guardava invece una povera vedova, una donna che sperimentava il massimo della insicurezza e dell’abbandono che si portava dentro. Il dolore di un passato felice e di un futuro del tutto incerto. 

Eppure gettava nel tempio due spiccioli. Annota Gesù: tutto quanto aveva per vivere. I due spiccioli non risuonavano, non pesavano, ma si portavano dentro la vita. 

Dio a noi non ha dato il superfluo ma, come l’amore, ha dato tutto. 

E noi che cosa mettiamo in gioco della nostra vita? Che cosa buttiamo nel piatto? Le nostre cose, quelle meno consistenti o tutto quello che siamo? 

La prima sicurezza di cui abbiamo bisogno è quella di poter disporre di quello che siamo per una causa vera e buttarci senza riserve.

27 Novembre
+Domenico

Cristiani: gente sveglia, che si allena ogni giorno sempre

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 34-36)

Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Audio della riflessione

Sveglio è il contrario di addormentato evidentemente, ma anche l’opposto di rassegnato, di persona che non si attiva per niente: sicuro nel suo posto, protetto, esecutore senza fantasia, “adattato” … quel lavoratore che nessuno più vorrebbe in nessun posto. Perché? Perché non è un vero uomo, ma un automa, un pacco postale su cui sta scritta la destinazione, collocato su un nastro trasportatore; crede che la vita abbia un destino inesorabile e lui si adatta: non riesce più a trarre da sé nessuno slancio, nessun guizzo, nessuna prospettiva. Ha perso la caratteristica più bella della sua umanità: la gioia di vivere.

Ecco, questa persona che nessuno vorrebbe in una squadra o nella propria compagnia o nella propria scuola dovrebbe star bene nella vita cristiana? Sì, perché la vita di fede ormai è diventata una routine senza sorprese, senza prospettive, del tutto insignificante per la vita: una messa ogni tanto, dove non succede niente di nuovo; un matrimonio cui devi partecipare per far piacere agli amici; purtroppo anche un funerale, che si spera non tocchi proprio i tuoi direttamente; una qualche bella festa, ma la vita è tutta un’altra: nel lavoro devo inventarne una tutti i giorni, devo stare allerta per parare i colpi bassi di un licenziamento senza speranza; nel fidanzamento cerco di essere sempre una sorpresa, sono tutto teso a rendere felice e a conquistare; nello sport mi alleno con determinazione perché occorre essere sempre pronti.

Gesù aveva davanti agli occhi questa scena di amore alla vita quotidiana, questi atteggiamenti di vivacità quando ha detto a tutti: “vigilate, state pronti”, la vita non è una risulta, è un dono da ottenere da prefigurarsi, da inventare, da stanare … a maggior ragione la vita eterna, quella senza fine.  

Se aspetti che il bene ti caschi addosso come se tu fossi al centro dell’universo resterai sempre solo e a mani vuote. Capita così anche nella vita di coppia: “Perché a un certo punto non dice più niente? Perché ti sei adattato, l’hai fatta diventare un possesso invece che una ricerca. Ti  ci sei seduto sopra da padrone invece di conquistarla sempre come un dono!”.

Così è della fine della vita, della fine dei tempi: non ti deve capitare addosso come una disperazione, non ti deve sorprendere nell’errata consapevolezza di non avere nessuno cui rispondere, ma devi aspettarla come un premio, come un ultimo grande dono.

Sei una sentinella del mattino e non il becchino di un cimitero!

E’ da aspettare con speranza, non da temere come una condanna.

26 Novembre 2022
+Domenico

Scruta i segni giusti e seguili

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 29-33)

Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Audio della riflessione

La nostra vita è affidata ai segni: ne hai bisogno quando giri per le strade per sapere la direzione giusta, ti occorrono per intenderti con qualcuno sul da farsi, sono necessari per tradurre i tuoi pensieri in uno scritto e comunicarli agli altri, diventano utili a un imprenditore per capire come orientare i suoi capitali, stai ad ascoltare le previsioni del tempo prima di metterti in viaggio … qualcuno ti manda segni sbagliati per imbrogliarti e devi imparare a difenderti e a farti da solo una tua lettura; aguzzi l’intelligenza, fai confronti, metti in sequenza vari indizi e poi rischi una decisione.

Avessimo conoscenza di alcuni segni inequivocabili per prevenire un terremoto! Potessimo leggere in tempo i segni premonitori di tutte le malattie! Fosse possibile sapere sempre quando la morte è alle porte!

Gesù ci dice che esiste una serie di segni, anche spirituali, per orientare la nostra esistenza alla pienezza che Lui sogna per noi: ci invita a leggere i segni dei tempi della salvezza, cioè a guardare che cosa nel mondo viene alla luce come segno della sua presenza salvatrice, a vedere la direzione da prendere entro le complicazioni della vita umana per sviluppare e contribuire all’avvento di un mondo più giusto.

Cambiano le stagioni della natura; si avverte l’avvicinarsi della primavera o dell’autunno e ci si attrezza di conseguenza; la vita degli uomini esprime una sete di salvezza e in quella sete il cristiano deve collocare le sue energie. 

Oggi più di ieri si è sensibili alla libertà, oggi più di ieri si ha bisogno di speranza. Il cristiano allora lavora per la libertà vera, offre la speranza viva che gli mette a disposizione il vangelo.

I segni dei tempi sono una sorta di chiamata di Dio a orientare tutte le nostre energie nella direzione dello sviluppo del suo regno che solo Lui determina e orienta.

Anche in ogni vita Dio distribuisce dei segni per far capire la direzione giusta della felicità di ciascuno: ogni uomo e donna deve intercettare questi segni per decidere come orientare la sua vita, come rispondere a questa chiamata personale.

Essere capaci di leggere i segni giusti e non farsi incantare da quelli sbagliati è una virtù da acquistare e da chiedere con insistenza e da perseguire con speranza.

Oggi è grande attesa per tutto il mondo la pace tra Russia e Ucraina e in tutti gli altri luoghi di guerre infinite, di oppressioni ingiuste, è attesa la fine di questa pandemia che ci ha rubato tante vite e privato tutti noi di anni di normalità ; è atteso lo stesso Gesù perché ci dia la sua forza e la docilità al suo Vangelo.

25 Novembre 2022
+Domenico

Sempre in attesa di felicità e di salvezza

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 27-28) dal Vangelo del giorno (Lc 21, 20-28)

Lettura del Vangelo secondo Luca

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

Audio della riflessione

La vostra liberazione è vicina: è la certezza che Gesù dice per l’uomo che attende la fine dei tempi.

Il Vangelo ha una sezione dedicata ai “tempi definitivi”: una descrizione piuttosto terrificante degli sconvolgimenti finali, tipica di un genere letterario, il genere apocalittico, che ai tempi di Gesù era molto diffuso.

Ogni tanto anche nelle nostre culture si fanno vivi atteggiamenti “millenaristici”: li abbiamo sentiti nell’avvicinarsi dell’anno 2000, lo vediamo descritto dai giornali quando nel mondo avviene qualche catastrofe climatica.

Il Vangelo ci aiuta ad alzare lo sguardo e a vivere di attesa: c’è nel cuore dell’uomo una attesa di felicità e di salvezza, di senso e di speranza … spesso la inganniamo con gli oggetti, con i regali, con le piccole sorprese tra amici, ma è necessario andare oltre per ritrovare la bellezza della nostra umanità e della ricerca esistenziale che la caratterizza.

Tutti cerchiamo felicità, pienezza, appagamento, serenità e pace … il nostro mondo continuamente in guerra crede di essere condannato a una perenne conflittualità mortale. Il triste inganno del venditore di almanacchi che illude gli uomini che l’anno prossimo sia migliore del precedente sta sospeso come una spada di Damocle sulle nostre vite: la nostra esistenza è un continuo ritorno? È un supplizio di Tantalo che si vede sempre allontanare la risposta ai suoi bisogni soprattutto quando sembra di averla raggiunta?

Questa attesa scritta nelle nostre vite, da sempre, raccontata dalle aspirazioni di popoli e profeti, di poeti e filosofi ha sempre una risposta: il bambino di Betlemme, il figlio di Maria, Gesù di Nazaret, il crocifisso e risorto, una vera alternativa a come e dove si erano attardate le attese della gente, che ancora aspettava la soluzione dei problemi nella potenza, nella ricchezza, nel potere, nella liberazione dai Romani.

Ci avviciniamo a grandi passi a un periodo particolarmente carico di attesa nella nostra cultura: è il periodo del Natale, dell’attesa di quella piccola luce che scalda il cuore di tutti.

Gesù è la nostra attesa: è Lui che riempie il cuore degli uomini, è Lui il Dio che non ci abbandona mai, e quindi cominceremo, ancora di più, e presto, a sviluppare nella nostra coscienza questi atteggiamenti.

24 Novembre 2022
+Domenico

Nemmeno un capello del vostro capo perirà

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 12-19)

Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Audio della riflessione

I molteplici segnali di un non più lento scivolare del nostro mondo verso una possibile fine ci alimenta le classiche paure apocalittiche, che sempre nella liturgia dell’ultima parte dell’anno liturgico, in Novembre, ci vengono proposte nella lettura quotidiana dei Vangeli nella messa.

Sullo sfondo dell’insicurezza cosmica, sul rischio dell’inquietudine politica, che in certi momenti impazzisce letteralmente, sulla durezza della guerra, dell’odio nella famiglia o sulla durezza di una vita che pare di aver perduto ogni senso chi segue Cristo e si fa suo discepolo può sempre rimanere saldo.

Noi fondiamo la nostra stabilità su Gesù Cristo stesso.

Gesù ci dice: “State tranquilli”, perché, per quanto possa apparire disastroso l’andamento delle cose terrene, non ci sarà mai niente di definitivo, nessuna distruzione irreparabile, perché solo Gesù è definitivo.

Decisivo è sempre e solo Cristo.

Questo significa che dobbiamo sempre rispettare la natura e non essere noi coloro che ci affossiamo, coi nostri sfruttamenti e distruzioni del creato.

Chi segue Gesù in mezzo all’insicurezza di un mondo che traballa , all’interno di una società che si ribella, può sempre restare saldo! Gesù infatti, pur dalla croce, ci invita a stare saldi in Lui.

Questa vittoria di Gesù non si confonde con il lieto fine dei film western o delle storielle edificanti a fine sempre bello e facile … sicuramente secondo una prospettiva terrena, la fine sarà un insuccesso, e il giusto sopporterà ogni contrarietà e pena, ci alleniamo ad essere sconfitti, a perdere ogni via di scampo … i poteri di questo mondo faranno guerra a queste piccole, ma stabili sicurezze.

Resterà sempre la sicurezza della parola di Gesù: “Nemmeno un capello del vostro capo perirà”.

Gesù con la Pasqua non perse nulla e il cristiano non può perdere nulla sulla via della Croce e del suo insuccesso, perché la Pasqua ci restituisce tutto vittorioso e trasformato, il mondo, l’eternità, la gioia con Gesù.

23 Novembre 2022
+Domenico

Trasmissione Radiofonica
Trasmissione Televisiva

Non serve sapere quando, ma essere sempre radicati in Cristo

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 21, 5-11)

Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Audio della riflessione

Fa parte anche dei nostri tempi farci domande sul futuro del mondo: sappiamo che finirà, ma quando sarà la fine, come sarà? Si può prevenire? Come si può lenire questa angoscia? Non è certo solo curiosità, ma è timore di fronte alla vita, mancanza di fiducia – forse – di fronte al fatidico destino, che per noi non è un fato maligno, ma è sempre un gesto divino che assume i lineamenti di un Dio che è Padre.

Il Vangelo non ci dà soluzioni già fatte o risposte che chiudono l’attesa, ma ci dice che occorre restare radicati nella verità di Gesù! Proveremo la durezza delle guerre, l’odio tra le famiglie, la durezza di aver perso ogni senso … ci sarà una battaglia decisiva, una agonia di tempi che si chiuderanno, sconvolgimenti, ma, dice Gesù, di stare tranquilli, perché per quanti eventi disastrosi ci possano essere, l’andamento delle realtà terrestri non andrà mai verso una rovina e una distruzione definitiva.

Decisivo, e definitivo, è soltanto Cristo! Solo in Gesù Cristo troveremo la meta e la guida.

Non è nelle nostre possibilità sapere giorno e ora, ma nella nostra coscienza vivere una attesa operosa del Signore che verrà. Una verità cristiana indiscussa è che Gesù alla fine dei tempi tornerà su questa terra e i primi cristiani continuavano a invocarlo: vieni Signore Gesù, Maranatà: Non era voglia di farla finita, desiderio di fuggire dalle difficoltà presenti, ma orientamento di tutta la storia a Dio, al fine ultimo, al compimento.

Non siamo a questo mondo a caso: la vita non è una ruota che gira sempre su se stessa. Vivere significa essere pellegrini verso una meta e occorre sempre averla davanti per correggere la direzione del cammino, per dare slancio e forza per superare le fatiche, per motivare la solidarietà di tutti coloro che sono incamminati. 

Una qualità che non bisogna mai perdere è quella dell’occhio vigile, dell’attesa, del riferimento al futuro e non del ritorno al passato.

Dio ci sta davanti e noi ci prepariamo all’incontro con Lui: la vita ha un fine e spesso occorre serrare i pugni per non perdere il desiderio di una meta.

Siamo come in una corsa verso un traguardo che esige un colpo di reni: la vita è sempre così, non ci si può adagiare mai … è così per il lavoro, è così per la famiglia, è così per la vita di coppia.

Spesso roviniamo le cose più belle della vita perché crediamo di possederle, invece vanno sempre conquistate.

La fede è un dono, ma va sempre accolto come nuovo.

Non lasciamoci incantare dalle sirene, altrimenti non arriviamo da nessuna parte; non crediamo a tutte le semplificazioni e a tutte le scorciatoie della vita: la strada è Gesù, lui dobbiamo seguire perché Dio in Lui non ci abbandona mai.

22 Novembre 2022
+Domenico