Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 2, 13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Che fatica decidersi nella vita … che faccio? Dove vado? Che studio? Ci sarà uno sbocco positivo a questa strada? Non è che mi metto a studiare per avere una laurea e poi mi ritrovo a stare in stand by tutta la vita? Mi sposo? E se dopo un anno – come è capitato ai miei amici – non riesco più a spartire vita con la persona che ho scelto? Quale è la mia vera strada? C’è qualcuno che mi aiuta a trovare la strada giusta? C’è un satellitare infallibile?
Spesso … forse siamo in attesa che sia qualcun altro che decide per noi, per non caricarci della responsabilità della scelta, e così scaricare su altri i nostri fallimenti.
Qualcuno invece non si pone tanti problemi di scelta: ha trovato due o tre occasioni, le ha seguite, una gli sembra buona e se ne sta tranquillo a vivere di rendita … è una vita senza lode e senza infamia, come tutte del resto: “Non faccio niente di speciale, ma sto bene; ho amici, ho fascino, ho soldi, che vuoi di più?”.
A un certo punto però si accorge che c’è qualcosa che non quadra nella sua esistenza … oppure viene posto di fronte con evidenza a una luce, a una intuizione, a una verità che gli fa cambiare radicalmente strada: gli si aprono gli occhi, percepisce dentro una voce, una spinta che non lo lascia tranquillo.
Levi era uno di questi: pacifico … stava a contare i suoi soldi in banca, a spostare danaro, a fare bonifici … aveva un lavoro fisso, disprezzato da tutti perché se la intendeva per forza di cose con i romani, che occupavano la Palestina; un avvenire sicuro, una cerchia di amici della stessa risma che gli faceva da cortina di fumo per non vedere i problemi … qualche bella cena, qualche buona avventura e guadagno sicuro; della rispettabilità non gli interessa, tanto per i soldi tutti si creano una maschera e fanno tacere a pagamento, se fosse possibile anche la coscienza.
Ma un giorno gli capita al banco – dove sta contando euro a non finire – Gesù … e Gesù punta su di lui lo sguardo, il dito, la sua persona, la sua voce perentoria, tutto il suo fascino e gli dice: “Seguimi!“. E’ un fascio di luce, un dito puntato, uno stupore, una sorpresa: “Ti serve qualche donazione per i quattro straccioni che ti seguono dovunque vai? Hai progetti ambiziosi che ti posso finanziare?” …. ma Gesù non è venuto a chiedere le sue cose, ma la sua stessa vita: l’ardore del suo lavoro, l’intelligenza dei suoi pensieri da applicare al suo Regno, non a quello di Mammona … e Levi capisce: “Proprio me chiami? È me che vuoi? Con tutti banchieri che ci sono ti rivolgi proprio a me? E alzatosi, messosi dritto davanti a Gesù, davanti alla Vita, davanti a un nuovo futuro, nella dignità di tutta la sua umanità, provocata a risorgere da questo invito, lo seguì: gli è andato dietro, lo ha messo davanti a se come una meta, una forza irresistibile, una luce abbagliante, un calore confortante ed è diventato apostolo: mandato ad annunciare, non più seduto a contare.
Continua ancora la sua vita di relazione: ha ancora i suoi amici, sicuramente deve giustificare loro perché abbandona la sua ricca posizione sociale per correre dietro a un predicatore che non si sa quanto raccomandabile sia; sta di fatto che vuole che Gesù incontri questa sua potente fasciatura, tutto il mondo di pubblicani che lo accerchia …
… e Gesù va con grande scandalo dei benpensanti a sradicare certezze e a portare la sua speranza.
Gesù non disdegna nessuna delle nostre mense: si fa compagno di tutti, non ha paura, vuole solo la nostra felicità! Li vede spaesati, ma lui li aiuta a alzare lo sguardo al cielo: è venuto per loro, non per stare nelle sacrestie del tempio a morire di fumo di animali bruciati.
Questo Gesù passa ancora per banche e agenzie, per fabbriche e uffici, per borse valori e università e punta il dito e dice “seguimi!”. Se lo ascolti avrai trovato la strada della felicità.
14 Gennaio
+ Domenico