Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Mt 4,1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Proviamo noi cristiani a tentare Gesù, proprio perché siamo spesso tentatori nelle nostre relazioni umane. Ci siamo noi a fare la parte del demonio oggi e diciamo a Gesù le domande sulla nostra debole fede:
Se sei Figlio di Dio faccelo vedere? Perché dobbiamo soffrire tanto nella vita? Perché le cose più semplici come il pane ci devono mancare? Che ti costa cambiare le pietre in pane? Perché ci fai penare se hai già tutto risolto?
Non di solo pane vive l’uomo!
Ma perché non sfrutti l’occasione? Che ti costa il compromesso, se ne ricavi quel bene che tanto desideri? Non dirmi che sei fermo ancora a bilanciare se i mezzi sono buoni in questo mondo di lupi! Vuoi che Dio, tuo Padre, stia a fare il custode del bene o del male! Dio non sta a base della bontà delle cose, ma sono le cose stesse che devi prendere come vuoi. Sono io questo Dio che cerchi e che ti dà sicurezza, dice, Satana.
Il Signore tuo Dio adorerai a lui solo renderai culto
Se sei figlio di Dio, mostralo; dimentica questa umanità, è solo una commedia, una finzione che tu ti sia fatto uomo; tu sei altro, invincibile, potente. A che serve essere perdenti? Provoca tuo Padre, stanalo, mettilo davanti al fatto compiuto; buttati…non vorrai che ti lasci spiaccicare sul selciato ai piedi del Tempio.
Non tenterai il Signore Dio tuo!
Noi stessi per ora non siamo riusciti a scalfire la decisione radicale di Gesù di mettersi nelle braccia del Padre, che gli ha offerto un corpo e con esso la dignità di uomo, con tutte le sue debolezze, come compagnia appassionata del nostro cammino di redenzione e come unico spazio e strumento della sua dedizione alla causa del Regno.
Tornerà ancora la tentazione: si sentirà dire ancora sotto la croce quel lancinante ritornello. Se sei il messia scendi dalla croce…se sei il re dei giudei…se sei il Figlio di Dio… La risposta di Gesù, pur nella drammatica domanda: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, sarà sempre e solo: nelle tue mani affido il mio spirito. Le braccia del Padre saranno sempre la sua forza e il suo destino.
L’incontro tra l’Assoluto e la nostra relativa esperienza storica avviene dentro uno spazio di libertà che richiede coraggio, affidamento totale a Dio e la creatività di un amore appassionato: è lo spazio della Quaresima.
Nelle tentazioni di quel deserto che il consumismo sta scavando nelle coscienze degli uomini dobbiamo metterci davanti sempre la decisione radicale di Gesù di condividere la nostra stessa vita e aiutare tutti a fare il salto di qualità, a nutrirsi di un pane nuovo, a dedicarsi al Dio vero, a leggerne la presenza evidente nei fatti della vita e della storia.
26 Febbraio
+Domenico