Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Siamo in un tempo che non ama troppo le norme, le regole. Vogliamo essere noi regola a noi stessi, non ponendocene nessuna perché spesso viviamo alla giornata, navighiamo a vista. Certo, la spontaneità è un grande valore e una grande forza e non deve essere repressa. Perché la vita è spontaneità. La vita tanto più è «vita» quanto più sgorga liberamente da sé stessa, quanto più è audacia ed avventura imprevista, e quanto meno è «borghesemente» indirizzata su vie già sperimentate che danno sicurezza.
È giusto rifiutare e condannare la coercizione nelle nostre attività. Purtroppo, ci siamo costretti dall’isolamento e dal senso di impotenza che provengono dal vivere in una società come la nostra; è giusto rifiutare e condannare l’attività dell’uomo-automa, attività che si riduce ad assimilazione di modelli suggeriti dall’esterno. È giusto proporsi l’obiettivo di una libera attività del proprio io che sia espressione di tutto l’essere, della personalità e della piena integrazione tra le diverse sfere della vita, intellettuale, affettiva, sensitiva.
Ma questa è una faccia soltanto della realtà. L’altra faccia è il rischio di andare «oltre»: di far scadere cioè la spontaneità e l’originalità a instabilità, irrequietezza, disordine ed anche a cattiveria e malvagità. Da questo rischio ci salva la «norma», la quale dà alla nostra vita un ordine, la inserisce in una sintesi. Gesù ai suoi ascoltatori appare rivoluzionario, ha autorità per andare oltre le mille leggi che il pio ebreo si trovava a dovere osservare, ma sa che nella strutturazione di una propria personalità e nell’edificazione di sè come soggetto umano maturo ed adulto, la legge, le norme, le regole hanno un ruolo ineliminabile: insegnano a non rimanere prigionieri delle proprie pulsioni e dei bisogni immediati e danno, così, l’accesso alla vera libertà, sono il punto di arrivo di una paziente azione educativa di Dio nei nostri confronti.
La legge protegge il bene comune, ma protegge anche la libertà personale, la quale altrimenti sarebbe soggetta ad ogni forma di violenza, perché il bene supremo per gli umani non è la libertà: è l’amore. E Dio proprio questo è venuto a testimoniarci, per questo non ci abbandona mai e ha posto il suo amore su quella croce.
15 Marzo
+Domenico