Non solo liberati, ma pienamente liberi

Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Audio della riflessione

Ubriachi sembravano, ma erano solo le nove del mattino, ci tenne a precisare Pietro, nel suo primo discorso urbi et orbi dalla loggia del cenacolo. Quel gruppetto di impauriti e rintanati a leccarsi le ferite della morte di Cristo non sembrava più quello: coraggiosi, decisi, entusiasti, sciolti di lingua, comprensibili, audaci. Non c’era più niente che li assimilasse a quattro poveri pescatori. Gesù non c’era più, l’avevano sperimentato risorto, ora toccava a loro, ma erano abitati da una nuova presenza: lo Spirito. 

Dio non solo aveva creato e amato da Padre amorevole ciascuno di loro, non solo aveva generato il Figlio Gesù, che aveva coltivato ciascuno di loro in una tenera amicizia e aveva per loro offerto la sua vita; ora entrava a forza in ciascuno come vento che scuote, come energia che rinnova, come Spirito che ridà la vita. La liberazione dal peccato era avvenuta, ma la mentalità da galeotto non li aveva ancora abbandonati; un conto è essere schiavi liberati, un altro è avere la mentalità da figli. Si può stare in casa ad aspettare solo l’eredità o fuggire a sperperarla, a lasciarsi fasciare dalle cose o a deglutire amaramente infelicità. È il cuore che deve essere cambiato. 

Questo è compito dello Spirito. Dio manda lo Spirito che permette di rivolgerti al Padre non con la rivalsa di ottenere “ciò che mi spetta” o ciò che non mi hai mai dato, ma con la tenerezza di un dialogo di amore: Papà, Abbà. È lo Spirito che delinea in ogni persona i tratti della figliolanza i lineamenti dell’umanità di Gesù. È questa l’unica forza che farà di ogni pescatore di Galilea un vero apostolo, un altro Gesù Cristo.  

Il Cristo ora siete voi; a voi tocca mettere la vita a disposizione del Regno. A voi il delicatissimo e prezioso compito di rimettere i peccati. Non lo potreste fare se lo Spirito non avesse dimora in voi. Non siete più soli, ma abitati, accompagnati, ricostruiti nel profondo. 

Lo Spirito rinnova a tutti i doni che ci ha fatto alla Cresima: Saggezza (Sapienza), vista lunga (Intelletto), dritte per vivere bene (Consiglio), energia e forza nel combattere ogni paura (fortezza), Intuizione e capacità di non farsi imbrogliare (scienza), capacità di pregare per voi e per gli altri (Pietà) senso di rispetto (Timor di Dio). Sono il regalo dello Spirito Santo. 

28 Maggio
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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