Contempliamo il suo volto

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Audio della riflessione.

A che cosa servono i cristiani in questo mondo? Che bisogno c’è della Chiesa in una società organizzata come la nostra?  Sanno organizzare bene la carità e l’assistenza! ma lo potrebbe far meglio uno stato più efficiente.  

Sanno elevare il livello materiale della gente verso mete più spirituali, meno materialiste! ma questo lo può frequentare la scuola, l’università, i circoli culturali se si organizzassero più capillarmente.  

I cristiani hanno molte attività aggregative e formative per i giovani! Ma questo lo dovrebbe fare la società come già in alcune amministrazioni pubbliche avviene se ci si preoccupasse di più del proprio futuro! E potremmo continuare.  

Allora che cosa deve fare un cristiano? Il papa e i vescovi italiani ce lo hanno sempre proposto chiaro: tenere fisso lo sguardo su Gesù. Belle le attività, importante rimboccarsi le maniche e condividere le pene e le sofferenze, le attese e le speranze degli uomini di oggi, ma un cristiano è soprattutto uno che è chiamato a contemplare il volto di Gesù e a vedere i volti degli uomini trasfigurati nel suo volto. 

È di questo volto glorioso e sofferente di Gesù che ha bisogno il mondo di oggi. Ne ha bisogno chi ha nel cuore un odio indomabile, che lo porta a fare pazzie; chi vive nella sua carne una sofferenza insopportabile, che lo porta alla disperazione; chi non riesce a capire il senso della vita, chi ha bisogno di Dio ed è stufo marcio e non ce la fa più ad andare avanti da solo.  

Se i cristiani fossero solo degli attivisti, l’umanità non saprebbe che farsene. Se fossero solo le crocerossine della storia sarebbero destinati a scomparire alla prossima riforma sanitaria della convivenza umana. Il dolore e la prova è nella vita di tutti e per trapassarli, per passarci in mezzo, occorre aver contemplato il suo volto. Gesù ha aiutato così i tre apostoli che lo avrebbero visto sudare sangue e gridare la sua disperazione al Padre nell’orto degli Ulivi. Avevano tenuto anche per poco fisso lo sguardo su Gesù trasfigurato.

06 Agosto
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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