Una riflessione sul vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.
Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». “È vero, Signore”, disse la donna, “eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Audio della riflessione.
Siamo infettati tutti da una vecchia malattia: quella di dividere gli uomini in buoni e cattivi, gli uni tutti da una parte e gli altri tutti dall’altra. Se è possibile tra gli uni e gli altri ci costruiamo un muro. Abbiamo tenuto per troppi anni senza tanti scrupoli il muro di Berlino. Era per non far fuggire le persone, ma alla fine ha diviso le coscienze; ne hanno costruito un altro per dividere Israeliani da Palestinesi; è per difendersi dal terrorismo ma alla fine è un giudizio. Negli stessi Stati Uniti c’è un muro infinito che li separa dal Messico: è per difendersi dall’assalto dei poveri, ma alla fine crea e applica un’altra volta il principio del bene e del male. Anche l’Europa che sembrava un poco più evoluta o più benedettina, pensando al suo Patrono, ne sta costruendo di nuovi, soprattutto nelle coscienze contro gli emigranti.
E Dio da che parte sta? Sicuramente da una sola. Anche Dio lo vogliamo rinchiudere, vogliamo imprigionarne la presenza. Era quello che capitava ai tempi di Gesù. Gesù è solo per i buoni e quindi scandalizza quando va a mensa con i peccatori conclamati. Gesù è per il popolo eletto e se lo incontra una povera donna straniera, di altra cultura, di altre abitudini religiose, ma con una vita a pezzi, un cuore lancinante di sofferenza, una pena che alla lunga le avvelena la vita (e purtroppo il dolore, la sofferenza non possono essere tenute lontane da un muro) ebbene se una povera donna nell’afflizione si rivolge a Gesù, ha bisogno, secondo la mentalità comune, di presentare il passaporto.
Gesù non le rivolse la parola: sta anche lui al gioco crudele del rinchiudere Dio da una parte. Ma la fede non ha muri, il suo silenzio è quel silenzio di Dio che spesso sentiamo nella vita, è la prova che spesso si abbatte sulla nostra fede, che non deve lasciarsi scoraggiare nemmeno dal silenzio di Dio, che scava coraggio e sicurezza, arditezza e fermezza proprio nella prova.
“Non sarò figlia di Israele, non sarò parte del popolo eletto, non andrò mai in chiesa, non conoscerò bene tutti i comandamenti, non appartengo a nessuna consorteria che mi ti può raccomandare, ma starò sotto la tavola come i cagnolini, perchè io so che in te posso avere fiducia, che tu sei troppo buono per lasciarti chiudere nelle divisioni degli uomini, hai occhi di grande amore verso tutti, non c’è nessun muro che ti limita lo sguardo. Mi bastano le tue briciole”.
È la fede di chi sa di dipendere in tutto da Dio, di non avere nessuna pretesa. Queste, le abbiamo noi, quelli dentro, che crediamo di poter guardare Dio dritto negli occhi. E Gesù: “donna! grande è la tua fede” e sua figlia guarì.
20 Agosto
+Domenico