Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 4, 31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Audio della riflessione.
L’uomo non è del tutto libero, è sempre abitato, imprigionato, posseduto dal male. Non si potrebbero interpretare diversamente moltissimi fatti di cronaca, le ingiustizie perpetrate a danno di popoli e poveri, le persecuzioni, i terrorismi e le guerre. L’uomo è devastato dal male è preso dentro da una malvagità che lo supera, è imprigionato nel male come una preda nella ragnatela, più si agita, più si attorciglia e si ingabbia. Gesù si mette di fronte a questo male e ha il potere di vincerlo. E’ Satana e si permette di avere qualcosa da dire, ma Gesù perentorio gli intima, taci esci da costui. Non c’è più spazio per te nella vita dell’uomo. Sei stato vinto, non puoi più fare nessun danno definitivo, perché la vittoria definitiva è la mia croce. Infierisci come vuoi su di me, ma non potrai mai vincere.
E’ una continua lotta di tutta la vita, di tutta la storia del mondo. Questo male ha tanti volti, ha tutti quelli delle nostre cattiverie, della nostra indifferenza, della noia da cui ci facciamo assalire, della incapacità a perdonarci, del disprezzo della vita.
E’ la brama di soldi e di potere, è la ribellione alla legge dell’amore è la scarsa resistenza alle tentazioni, alle malie della vita. E’ un male che si solidifica, si organizza in istituzioni e reti maledette, si riproduce con macchine moltiplicatrici di iniquità, soffoca l’uomo, ne disorienta le pur belle aspirazioni che sente di avere dentro di sé. Si insinua nei rapporti di amore e li rende fragili e volubili, si radica nella voglia di vivere e la scambia in sopraffazione.
Si insinua nella stessa chiesa, nei desideri di religiosità, dovunque. Chi ci libererà da questo corpo di morte, esiste una speranza che ci permette di aspirare a libertà, giustizia, carità? Era la domanda dell’uomo semplice della Palestina, ma è la domanda di ogni uomo che vive nell’attesa di una salvezza.
E Gesù si presenta con questa autorità indiscussa. Taci. Esci. Queste parole decise e autorevoli vorremmo che dicesse sempre sulle nostre vite, sulle nostre mediocrità, sui nostri adattamenti al male, sulle nostre paure e irretimenti, sulle nostre ingiustizie e i nostri tradimenti dell’amore. La sua autorità sul male è una compagnia di cui non possiamo fare a meno e Lui non ci abbandona mai.
05 Settembre
+Domenico