Non riconoscere che Gesù è la misericordia di Dio è un peccato imperdonabile  

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 12,8-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Audio della riflessione.

Ci capita spesso, quando siamo messi di fronte a qualche nostra immagine che non è del tutto gradita alle altre persone, di nasconderci, di fare finta di niente. Non siamo ai livelli del rinnegamento di Pietro quando alcune donne gli chiedono se è del giro di Gesù e lui spergiura di non averlo mai neanche visto, ma ne siamo sulla strada. Non tradiamo, ma ci camuffiamo. Questo spesso capita nella nostra società secolarizzata o troppo positivista di fronte alla affermazione di essere credenti, praticanti pure. In Tv al massimo si ammette di credere, ma sicuramente di non essere praticante, perché sarebbe un’altra squalifica sociale.  

Occorre invece vivere sempre un impegno coraggioso a riconoscere pubblicamente non solo di credere, ma di essere pure amici di Gesù. E Gesù non ci mollerà mai soprattutto nell’eternità. Ancor di più è determinante al fine della nostra comunione con Gesù in eterno, un eventuale rinnegamento. Infatti, dice Gesù nel vangelo: «chi mi rinnegherà», colui che ha paura di confessare Gesù, si condanna da solo. È di una portata cruciale avere il coraggio di decidersi per Gesù, per la sua Parola, per la sua storia della salvezza; da questa decisione, riconoscere o rinnegare Gesù, dipende la nostra salvezza.  

Questa comunione che Luca evidenzia e che Gesù ci conferma nel tempo presente verrà confermata e diventerà perfetta al momento della sua venuta nella gloria. Questo è vero per ogni singola persona ma ancora di più per le comunità cristiane che non devono venir meno alla testimonianza coraggiosa, anche se si è esposti al dileggio e alle vere e proprie ostilità del mondo. Lui ci dà la forza di non vergognarci di essere e di mostrarci cristiani. 

Delicato il discorso anche della “bestemmia contro lo Spirito Santo”, che è il parlare offensivo che nega la grande misericordia di Dio, il suo amore, la sua tenerezza anche con i peccatori più incalliti. Gesù ha speso una vita per dirci l’amore del Padre; ha usato molte parabole per dirne la grande disponibilità al perdono, nel presentare il comportamento di Dio che va in cerca del peccatore, che è esigente ma che sa attendere il momento del ritorno a Lui o la maturazione del peccatore.  

Il non riconoscere questo, il deliberato e consapevole rifiuto dello Spirito profetico che è all’opera nelle azioni e nell’insegnamento di Gesù, vale a dire, un rifiuto all’incontro con l’agire misericordioso e salvifico col Padre è la bestemmia contro lo Spirito  e questa non può essere perdonata, proprio perché si ritiene che Dio non voglia perdonare mai, una immagine falsa di Gesù e di Dio Padre, è il mancato riconoscimento della volontà di perdono di Dio in Gesù e quindi un condannarsi da soli.

21 Ottobre
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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