Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Audio della riflessione.
Non avete mai avuto la sensazione di essere continuamente scippati nella vita? Non sto parlando dei borseggiatori che acuiscono sempre più l’impegno per coglierci nella nostra ingenuità e sfilarci il portafoglio o l’autoradio o il telefonino o la carta di credito, ma dello scippo della vita.
Fai di tutto per far del bene a qualcuno e quello ne approfitta; ti sembra di aver capito dopo non poche resistenze che devi metterti a disposizione nel bene comune ed è il bello che qualcuno ti aggira. Fai l’onesto nel pagare tutte le tasse e te ne trovano una che ti sei dimenticato e che ti mette a terra. Ti sforzi per costruire un futuro ai tuoi figli, dai fiducia, ti spendi per loro e ti trovi defraudato anche dell’onore.
Ma siamo figli di qualcuno? Possiamo sperare di non essere continuamente ingannati? C’è qualcuno che ci ama gratis? Da cui non devo difendermi, che mi vuole bene oltre ogni mio merito e precisione? Queste sono tipiche domande religiose: il desiderio di non essere scippati nella vita, l’aspirazione a sentirsi invadere da gratuità è domanda di Dio, è invocazione di un oltre.
Purtroppo, spesso ci facciamo scippare anche in quelle, ci fermiamo a risposte banali, l’oroscopo per esempio. Di fronte a una previsione di continue banalità e di monotonia o di cose che non si riescono a meritare vogliamo sentirci qualcosa che ci viene incontro gratuitamente, che va oltre le nostre previsioni un regalo immediato come lo è la vita. È molta gente si sbizzarrisce a costruirci illusioni. Sei dei gemelli? Domani tieni aperti bene gli occhi perché non potrai più chiuderli dalle bellezze che incontrerai! Sei del cancro? Domani hai finito di soffrire. Nessuno ci crede, ma ci fa piacere. Gesù invece dice: io ti do una vita piena!
Mio padre è più grande di tutti non ti scippa mai di niente e nessuno ti può strappare dalle sue mani. Dietro l’oroscopo c’è un inganno benevolo che consapevolmente accettiamo per darci una spinta, dietro le parole di Gesù c’è la sua vita, c’è una storia di persone che ti possono testimoniare vita piena, una fila di peccatori, come me, come molti che possono dimostrare di non essere mai caduti fuori dalle sue braccia anche a volerlo.
Per Gesù, che credevano tutti fosse stato maledetto anche da Dio su quella croce, invece l’alba della Risurrezione ha posto fine a quel salto nel vuoto della morte, proprio tra le braccia del Padre. Queste braccia mi interessano.
23 Aprile
+Domenico