Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-27)
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E’ importante continuare a meditare il Vangelo con questa meravigliosa affermazione di Matteo con cui ci afferma solennemente che Gesù è figlio di Dio e che Dio è nostro Padre: è lo stile del Vangelo di Giovanni, e qualcuno pensa che sia una affermazione presa dal suo Vangelo …
… noi però stiamo su quello che è sicuro: questa affermazione solenne non può che essere il vero patrimonio di tutti i vangeli, quindi dello stesso Vangelo.
La rivelazione della paternità divina, del fatto che Dio è Padre anzitutto di Gesù e attraverso Gesù di tutti noi è il centro di gravità della predicazione di Gesù: nella paternità divina è riassunto tutto quello che si può dire della relazione di Dio con gli uomini, con l’umanità, con tutte le persone, con ciascuno di noi .. e nell’essere noi figli tutto quello che si può dire della relazione degli uomini con Dio: è il più bel riassunto del vangelo!
Le due tradizioni – quella sinottica e quella di Giovanni – dipendono a questo riguardo dalla tradizione e dalla predicazione più originale.
Avremo mai ringraziato abbastanza Dio per averci rivelato questo esserci Lui il nostro Padre.
Questo è anche necessario perché invece gli scribi e i farisei hanno rigettato la parola di Gesù: erano i dotti del tempo, studiosi (di professione) della Legge.
Il mistero del Regno di Dio Padre non è accessibile per questo genere di sapienza umana: per noi ringraziare Dio, il Padre, significa accettare tutto il disegno del Signore sulla nostra vita e sulla vita di tutta l’umanità.
Noi ci vogliamo presentare davanti a Dio con la coscienza della nostra incapacità e piccolezza, con la povertà sostanziale che caratterizza l’essere umano e con l’umile e “disperata” ricerca di qualcuno che sia capace di riempire la nostra vita … del resto anche altre persone dotte sono alla ricerca di Dio Padre, come dimostra lo stesso Nicodemo, che va da Gesù.
L’autosufficienza sarà sempre il maggior ostacolo per l’apertura al mistero di Dio.
Il piano di Dio può essere rigettato dall’uomo, ma non può essere messo in discussione: molti atteggiamenti umani spesso sono mettere alla sbarra il Signore, dargli la colpa delle nostre disgrazie, rimproverarlo di non farci da Padre.
La roccia della nostra fede e di tutta l’esistenza dell’umanità invece è la paternità di Dio e la condivisione di essa con suo Figlio e nostro fratello Gesù.
17 Luglio 2024
+Domenico