Nasce il futuro: inizia il Vangelo di Gesù

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80)

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C’è una esperienza bellissima che fa l’umanità: la nascita di un bambino.

Apprensione, preoccupazione, orgoglio, gioia di avere un erede, attesa di una vita che sicuramente sconvolgerà l’esistenza di tanti … oggi, di san Giovanni il Battezzatore – il Battista – si celebra anche la nascita, non solo la morte come capita di tutti i santi.

Nel grembo di Elisabetta, Giovanni scalzava: le note del magnificat di Maria lo preparavano alla sua missione … e venne finalmente il tempo della sua nascita.  

Il vecchio Zaccaria ha passato la settimana più bella e stupita della sua vita: l’attesa, la consapevolezza di un segno misterioso di Dio, la tensione e la speranza, il timore e lo stupore, il sentirsi ancora muto davanti a questo bambino che presto avrebbe voluto parlare con lui hanno riempito la settimana che ha separato la nascita dalla circoncisione.  

C’è un nome da dare al bambino: in ogni casa, in ogni famiglia è sempre un momento bello; c’è una tradizione da rispettare: così si chiamava il nonno, così si chiamava la zia, così dovrebbe chiamarsi … ma che suono avrà questo nome sulla bocca di chi lo chiamerà? Forse lo storpieranno! Ma c’è anche ogni esperienza di papà e mamma, non solo la tradizione, che può portare novità; purtroppo talvolta è solo ideologia o infatuazione televisiva se non un basso servilismo agli idoli del tempo. 

Il nome invece è una vocazione: è un progetto, è una storia, è un passato aperto al futuro; è l’accoglienza di un compito.

E mentre Zaccaria scrive su una tavoletta “Giovanni è il suo nome” ritorna a parlare: è finito l’isolamento, ha capito la lezione, ma ha il cuore pieno di gioia e le cose che dirà resteranno memorabili nei secoli. Il silenzio non fu vano!

E la gente si chiede “Chi sarà mai questo bambino?”

Sarà un dito puntato verso il futuro? Sarà la fine di una tribù sacerdotale per indicare l’inizio di una nuova era? Nel ruolo di suo padre  come sacerdote del Tempio non ci si troverà più: il tempio non gli darà più risposte vere al suo anelito di Dio; le voci dei profeti cominceranno presto a risuonare nella vita austera di Giovanni, e lui lascia la casa, lascia la casta sacerdotale e si stabilizza nel deserto.

“Chi ha a cuore i disegni di Dio mi segua, e la gente non lo abbandona più: fa rinascere solo speranza, li strappa dal torpore dei supermercati anche del sacro, richiama la gente all’essenziale, sferza soldati, vigili urbani e banchieri.

Avete in cuore una profonda sete di Dio, sentite urgere dentro una aspirazione insopprimibile e la spegnete con la droga, con l’ecstasy, con i compromessi! 

Sentite desiderio di interiorità e sperate di trovarla nei talk show? Giovanni non ha mezze misure.

Avete desideri di affetto pulito e profondo e vi prendete le mogli o i mariti degli altri? Gli costerà caro questo parlare chiaro a Erode: la sua testa stessa come premio di un ballo! Ma lui, Giovanni, non demorde, e Gesù non potrà non seguirlo: i cugini si incontreranno sulle rive del Giordano, in questo rito purificatore necessario per cominciare a vivere in maniera nuova, e quando Giovanni vedrà Gesù, si sentirà subito superato.

Lui è la voce, Gesù è la Parola: lui sa di dover aprire una strada, ma la strada è di Dio, non è quella che decide lui; Dio è più grande di ogni sua vista, e si ritirerà, perché Gesù sarà il colpo d’ala che staccherà definitivamente il vecchio dal nuovo, il passato dal futuro. 

24 Giugno 2020
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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