Mescolarsi a tutti … per portare speranza

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 5, 29-30) dal Vangelo del Giorno (Lc 5, 27-32) nel Sabato dopo le ceneri

Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

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L’India è famosa perché la gente è suddivisa in tante caste, in tanti gruppi gerarchizzati, ciascuno dei quali vive la sua vita e non deve mescolarsi assolutamente agli altri: i poveri stanno coi poveri, i ricchi con i ricchi, i puri con i puri e i malvagi coi malvagi …

Anche presso il popolo d’Israele c’era una sorta di suddivisione e separazione tra la gente di diverso rango o di diverso lavoro, o di diversa impostazione religiosa.

Oggi crediamo di essere tutti uguali, ma ci sono ancora tantissime separazioni, tantissimi circoli privati, tante appartenenze di rango; sono aumentate ancora di più da quando vivono tra di noi popolazioni immigrate, per esempio: non è vero che siamo un “popolo solo”, abbiamo parecchi muri che ci … tengono “separati”; siamo tutti vicini, ma abbiamo costruito delle buone staccionate che ci dividono.

Gesù fa saltare una separatezza assurda: Lui va a … mangiare dai peccatori, da quelli che non solo erano ritenuti poco di buono, ma erano disprezzati come traditori della fede di Israele! Non ha paura delle critiche, non si cura di eventuali scandali, vuole far capire che di fronte a Dio siamo tutti uguali e che … non c’è  peccatore incallito che non possa ricuperare candore di vita.

Gesù non è un giudice, ma un amico: non si adatta alle situazioni, anche le più incallite, quasi approvandole, ma vuol sempre superare ogni steccato che tiene uomini e donne in situazioni di peccato.

La gente non lo capisce: è andato a mangiare con i mafiosi, con i massoni, con i papponi, ha avuto il coraggio di accettare di farsi invitare dai terroristi, sta con i kamikaze, coi drogati, si è fatto invitare da un banchiere che ha messo sul lastrico mezzo mondo … potremmo continuare. Non sarà il Figlio di Dio uno che se la intende con gente di questo rango?

Gesù è di altro avviso: Lui crede di più all’immagine di Dio impressa nell’uomo che a tutti i tradimenti che hanno tentato di deformarla … Lui sa che non si può mai cancellare dall’uomo la sua dignità, per questo non è ammessa la pena di morte tra i cristiani, perché ogni uomo è sempre redimibile, ha sempre più futuro che passato, anche se è sull’orlo della tomba.

La vita è una qualità di gesti di amore e non una quantità di opere o di misfatti: abbiamo bisogno di ponti, non di muri, di speranza soprattutto.

Ma questa speranza dove la posso trovare?

20 Febbraio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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