Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 12, 28-31) dal Vangelo del giorno (Mc 12, 28-34)
Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».
La necessità di “semplificare” (non di fare i sempliciotti) oggi è assolutamente necessaria: in un mondo pieno di informazioni, invaso da immagini, destabilizzato dall’esasperazione delle emozioni e dei sentimenti, è necessario avere qualche punto fisso da cui guardare la vita … soprattutto è necessario avere capacità di sintesi, cioè la possibilità di dare unificazione al nostro pensare.
La vita non è una somma di fatti, un susseguirsi disordinato di eventi, ma è una storia composta di avvenimenti nella coscienza di ciascuno, un filo d’amore che Dio tesse nella vita di tutti … e tocca a noi intercettare, rendere consistente, offrire come corda di solidarietà, a tutti!
Così è della nostra vita cristiana: c’è un patto unificatore di tutto? Esiste una “scelta di base” che dà significato a tutta l’esistenza? Che permette di valutare e rivedere, di riorientare e ritrovare forza dopo le immancabili cadute e defezioni, dopo lo smarrimento e la debolezza dei nostri comportamenti? C’è nel cristianesimo un principio base che giudica tutte le alterne vicende della nostra vita?
L’aveva anche il popolo di Israele, era lo “shemà israel”: ricordati, ascolta Israele, il Signore Dio nostro è l’unico Signore.
Anche Gesù lo ha imparato dalle labbra della mamma, lo ha ripetuto tante volte quando andava in sinagoga come ogni bambino ebreo e lo ripropone carico della novità assoluta dell’amore di Dio fatto carne, in Lui, lo ripropone al nuovo popolo dell’alleanza, a tutti i cristiani che erano allora, che sono e che verranno: “Ama Dio e ama il prossimo! Non fare separazioni che sarebbero ben comode, non fissarti su uno o sull’altro se vuoi rispondere seriamente alle esigenze che Io ho seminato in te: ti ho messo dentro una nostalgia di Dio grandissima e non sarai felice se non la seguirai; ti ho messo dentro una assoluta necessità di stare con gli altri, di amare e vivere in pace con tutti gli uomini e la loro compagnia ti sarà strada di felicità, se li amerai.”
Tanto più che siamo fratelli tutti: c’è sempre Gesù, siamo un unico amore … ma attento: non li separare mai, non viverli mai in alternativa, non dare all’uomo quel che è di Dio e non depositare in Dio quello che devi assolutamente ai tuoi simili: è un riferimento semplice, ma è impegnativo, come si è sempre impegnato Dio per noi, perché Lui è un Dio non ci abbandona mai.
3 Giugno 2021
+Domenico