Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 5, 4-5) dal Vangelo del giorno (Lc 5, 1-11)
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Capita a tutti nella vita di averle tentate tutte per riuscire in una impresa … per ricucire un amore strappato, per richiamare alla saggezza un figlio, per rimettere in sesto l’azienda, per ristabilire rapporti di buon vicinato con gli inquilini, per ridare pace a una parrocchia o a un gruppo …
Capita anche a una nazione o a un continente di affrontare problemi più grossi e più complicati, come la pandemia, di approntare vaccini e percorsi di sanificazione, ancora di più a problemi più grossi come la fame nel mondo.
Alla fine non se ne può più: non riesce niente, fiato e fatica sprecati, delusione e sconforto … il passo successivo è rassegnazione, è consapevolezza di impotenza, è scoraggiamento e in casi più gravi, in cose che ti prendono l’anima, è disperazione.
Forse era questo lo stato d’animo degli apostoli alla fine dei quella giornata di pesca: erano provetti, conoscevano palmo palmo il fondo di quel lago, ne studiavano i venti, le basse pressioni, i movimenti delle onde capaci di riportare fuori dal letargo i pesci … ma quella notte niente! Era proprio notte anche nei loro umori: erano amici di Gesù, Pietro il padrone delle barche, era intimo di Gesù, lo ospitava spesso a casa, si sentiva sempre riempire il cuore di gioia quando lo ascoltava … avrebbe potuto portargli un po’ di fortuna anche nella pesca oltre che nella sua “religiosità”, nella sua voglia di essere uomo onesto … e invece … niente! La vita era sempre dura e la fede ne stava volentieri ai margini.
Ma Gesù è lì presente ad aiutare i suoi futuri pescatori di uomini a cambiare testa, a fidarsi di Lui, a vivere veramente di fede: “Prendete il largo, ritornate a pescare, resistete al fallimento, siate perseveranti, fidatevi di una Parola, non di una congettura o di qualche colpo di fortuna. Io non vi lascio, Io sono qui a darvi la forza necessaria per lavorare per il regno di Dio. I miei apostoli non potranno accontentarsi di essere dei calcolatori, ma dovranno fare un salto di qualità, essere credenti, fidarsi di Dio, abbandonarsi nelle sue mani di Padre”.
E gettarono le reti: “Sulla tua parola”.
Quella Parola per Pietro era già il Vangelo, era la luce degli uomini, era la forza della vita, la potenza fatta carne, era Gesù stesso … e Pietro tutte le volte che si rivolgerà in seguito alla sua Chiesa si porterà dentro questa forte esperienza di fiducia, questo sguardo alto, questo prendere il largo in ogni senso, e come papa darà alla Chiesa gli orizzonti della contemplazione e della missione: quando sarà al timone e si vedrà debole e vecchio non temerà perché quella Parola è potente e noi i cristiani, i credenti in Dio sapremo che dovremo essere sempre non solo docili, ma assieme ricercatori, collaboratori, creatori di nuovi mondi. di relazione fraterna, inventori di nuovi modelli di convivenza e corresponsabilità con tutti e verso tutto il creato: questo è essere cristiani!
2 Settembre 2021
+Domenico