L’esame di laurea  per il paradiso

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 37-40) dal Vangelo della seconda Messa nella commemorazione di tutti i fedeli defunti (Mt 25,31-46)

Lettura del Vangelo secondo Matteo

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Audio della riflessione

La vita cristiana di fronte a Dio esige sempre consapevolezza del bisogno del suo perdono: questo bisogno non è una “fiction” in cui i cristiani possono giocare a mettersi la maschera della contrizione, del digiuno … la visione del giudizio finale di Matteo, che ben si colloca nel ricordo dei defunti, ci toglie ogni illusione di recitare commedie.

Alla fine del mondo, l’esame di licenza o di laurea per il paradiso sarà di tutt’altro tipo! Le domande risolutive saranno molto semplici: “Che avete fatto al povero che petulante bussava alla vostra porta? All’handicappato che non può salire nessuna scala? Al carcerato che aspetta che gli si venga data una pena certa e una possibilità di riabilitazione? All’immigrato che è venuto a chiederti alloggio o un lavoro? Al demente che viene accollato solo sulle spalle dei suoi vecchi genitori?”.

“Abbiamo mandato assegni alla caritas, abbiamo fatto petizioni in comune, abbiamo fatto manifestazioni in piazza, abbiamo dato quattro soldi per levarceli di torno, abbiamo fatto lavare … i vetri ai semafori …”

“Ero Io quel povero, ero Io in quel demente, in quell’immigrato, in quel carcerato…  mi hai guardato negli occhi? Mi hai degnato di un sentimento di amore o hai provato solo pietà e magari distacco?”.

In giornate come oggi, in cui il pensiero e il passo si snoda nei viali dei nostri cimiteri, occorre avere il coraggio di guardarsi in faccia e riconoscere in ciascuno il volto di Gesù! Fare la carità oggi – ma è sempre stato così – non è facile: occorre farsi carico della vita dell’altro, anche negando il denaro che non risolve nessun problema, offrendo la canna per imparare a pescare e non il pesce, aiutando a trovare lavoro perché ciascuno si costruisca il suo futuro, offrendo un microcredito che possa ridare fiato al momento sfavorevole!

Molta povertà è solo frutto di inedia, di forze inoccupate e orientate all’ozio e quindi … al vizio!

Come fanno questi poveri a capire che Dio non li abbandona? Solo se troveranno persone che vedranno in loro il volto di suo figlio e lo metteranno al centro della loro vita: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, facevo la fila alla caritas, ma mi sono trovato accolto nel caldo di una famiglia.

I nostri morti si aspettano questo nostro suffragio e non soprattutto fiori e candele.

2 Novembre 2022
+Domenico

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Trasmissione Televisiva

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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