Il messia è impazzito

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 3,20-21)

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

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Di fronte a qualsiasi proposta impegnativa le persone non sono mai compatte nel rispondere di si o di no: ci si divide sempre. Ciascuno è fatto a modo suo, vive un suo rapporto col mondo e soprattutto con Dio. Con Dio soprattutto viene sempre lasciato libero; furono liberi Adamo ed Eva di fronte alla proposta di Dio e rifiutarono di obbedirgli; furono liberi gli angeli creati da Dio per dare un assetto completo a tutta la creazione, ma alcuni disobbedirono e divennero angeli decaduti, demoni …. rimasero liberi Giuda e Pietro e la loro sequela è stata proprio molto diversa.

Qui Gesù ha appena chiamato la sua squadra e già la gente si divide in chi lo segue e in chi no, in chi sta dentro e chi sta fuori: Gesù è in casa, in questa casa si raduna molta gente, in casa non possono prendere cibo. Il significato di questa descrizione non è solo la fotografia di una eventuale confusione e ressa che non ti può permettere di sedersi a mangiare … infatti Gesù più avanti dirà: “mio cibo è fare la volontà del Padre mio… non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Lui entra in casa, altri “uscirono” – dice il Vangelo, escono per impadronirsi di lui, perché pensano che è “fuori di sè” e siccome i vangeli sono sempre scritti per la comunità cristiana, questi suoi parenti possiamo essere noi, che pur essendo nella Chiesa non crediamo alla sua parola, non la mettiamo come base del nostro stare con Lui; non illumina, la sua parola, chi dobbiamo essere dopo la sua chiamata: la crediamo una follia! Non facciamo della risposta positiva alla chiamata una scelta di vita, ma un aggregarci e basta, tanto che quel cibo che Gesù ci mette a disposizione, la sua Parola, non è il nostro nutrimento.

Iniziano i suoi, a dare giudizi pesanti su di Lui, magari a base di buon senso: “Quello che dice è fuori da ogni logica, va contro il buon senso cui siamo costretti a rendere conto”.

Anche nella vita di noi cristiani viene spesso il tempo in cui facciamo diventare il “buon senso” la legge inviolabile della vita; il buon senso è anche frutto di una ragione applicata all’esistenza, ma spesso diventa una prigione in cui non c’è spazio per lo stupore, per un dono più grande di noi, non c’è spazio per chi non è già inscatolato nel nostro piccolo modo di ragionare, nelle nostre certezze che sono diventate assolute, altrimenti ci sembra di essere scippati dalla vita.

La tentazione di fare del buon senso il criterio di verità è un modo sbagliato e fuorviante di fare  discernimento se non ci lasciamo mai provocare dal nuovo.

La vita non è una ripetizione di quello che sempre abbiamo fatto … “è sempre stato così” … i famosi “suoi” del Vangelo che dicono che Gesù è pazzo non sanno accogliere la novità che li ribalterebbe, guardano soprattutto alla misura che forse soltanto loro hanno della realtà e iniziano a farsi paladini del “non cambiare mai niente”, nemmeno di fronte a chi sa morire per il bene di tutti, come farà poi Gesù.

La giornata di oggi è dedicata a santa Agnese, giovane martire romana. Sant’Ambrogio scrisse di lei: “Mi avrà chi per primo mi ha scelta: perché tardi, o carnefice? Perisca questo corpo che può essere bramato da occhi che non voglio. Si presentò, pregò, piegò la testa… Ecco pertanto in una sola vittima un doppio martirio, di purezza e di religione. Ed ella rimase vergine e ottenne il martirio”.

21 Gennaio 2023
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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