Tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola

Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 17,20-26)

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Audio della riflessione

Noi non siamo proprio fatti per vivere da single. La nostra struttura di persona, il nostro stesso corpo, la grande tristezza in una solitudine troppo lunga sono segnali evidenti che la nostra vita è felice se si rapporta con gli altri, se il cuore che governa i nostri sentimenti, trova di esprimersi in un amore tangibile con le altre persone. Non siamo orsi, anche se spesso ci isoliamo, pensiamo che gli altri siano un disturbo. Talvolta preferiamo un cane o un gatto alla compagnia di una persona. Già nella creazione dell’uomo ci è stato dato un grande segnale di apertura verso gli altri, quando alla fine della creazione Dio domandò all’uomo se fosse felice. Belle le piante, simpatici, di compagnia e utili gli animali, meravigliosi i panorami, ma Adamo fu felicissimo, quando Dio gli fece trovare la donna, carne della mia carne, ossa delle mie ossa. E la creazione fu completa, l’uomo finalmente era l’immagine di Dio, Trinità, comunione tra Padre, Figlio e Spirito Santo.  

Abbiamo scritto nel nostro DNA questo istinto del vivere assieme, perché ce lo ha determinato lo stesso nostro Creatore. Ci ha fatti a sua immagine; lui è una famiglia, è una relazione continua, e soprattutto all’interno di questa straordinaria famiglia, ci tiene tantissimo che nel nostro mondo di relazioni includiamo in forma strettissima anche Lui. Ma ancora di più: in Dio non ci uniamo come atomi, separati, come grani pure dello stesso frumento, ma come pane, in grande unione e unità tra di noi. Non per niente Gesù s’è fatto pane per noi. I padri della chiesa dei primi secoli ci tenevano a presentare la comunità cristiana come un grano macinato, magari con il martirio, molto unito per farsi come il pane che è Gesù. 

L’unione tra Gesù e il Padre, gli apostoli lo sperimentavano quando vedevano Gesù in preghiera, quando parlava di Dio sempre e solo come Padre. Ci ha insegnato una bellissima preghiera che ad ogni messa facciamo nostra dietro un invito molto esplicito del prete celebrante: obbedienti alla Parola del Salvatore osiamo dire: Padre nostro.  È la nostra più bella definizione di fratellanza, assoluta condizione per ricevere il corpo di Cristo. Ecco allora il desiderio che si fa ancora preghiera di Gesù accorata al Padre per tutti coloro che lo seguono e seguiranno: Che siano una cosa, come te e me e lo siano con noi. Siamo in un abbraccio di bontà, felicità, eternità, che va oltre il nostro peccato, oltre la nostra fragilità, la nostra boria di autosufficienza miope, oltre ogni tentativo del maligno di separarci, di fare il Divisore. In Dio e nella comunità cristiana non c’è spazio per nessun Divisore.  

Il primo compito del cristiano allora è dimorare unito a Dio, stare tutti coralmente con Lui. Tanta nostra testimonianza di cristiani nel mondo, tante battaglie per far vincere il bene non hanno risultati perché mettiamo al centro noi e per di più ciascuno per conto suo, se non in contrapposizione assurda. Il male più grande per l’uomo è la divisione e noi stiamo diventando specialisti di essa. Supplichiamo Dio che ci liberi dal maligno, che è lo specialista della divisione.

25 Maggio
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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