Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,18-21)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Si scatenano nel mondo le forze del male contro persone inermi, semplici, credenti convinti, operatori di pace e di serenità. Si direbbe che ci sia un accanimento speciale contro coloro che cercano di mettere pace, di far stare assieme gli uomini in progetti di convivenza e di bontà. Dove ci sono guerre, contrapposizioni, lotte tra i popoli e divisione tra le religioni e lì c’è una persona che tenta in tutti i modi di unire si scatena la violenza contro il pacificatore. È così per chi tenta di far convivere cristiani e mussulmani, ebrei e palestinesi, ricchi e poveri, inglesi e irlandesi, cristiani e atei. Il diavolo ha questo nome che significa appunto divisore. L’arte sua è di continuare a dividere, a creare odio, a tenere in contrasto. E così si consumano grandi vendette nella storia degli uomini, pure nella politica e nella vita sociale.
Certo il male ha come terreno di grande prolificazione l’odio, la separazione, la contrapposizione. Spesso i giovani colgono questo tranello, ma gli adulti li puniscono, li tolgono di mezzo, li ammazzano pure per non perdere il potere demoniaco di dividere. Fu così per Gesù. Anche lui che è l’antitesi del diavolo, lui che è il simbolo, Lui ha fatto dei due un popolo solo, Lui ha legato fede e vita, ha abbattuto tutte le barriere, perché sapeva che esse erano responsabili del male tra gli uomini. Noi infatti costruiamo muri, anziché ponti e chi fa ponti viene tolto di mezzo; da cristiani invece noi tentiamo sempre di comporre a ciò che ci differenzia a partire dalla cultura, dagli interessi, dalle tradizioni. Dio ci ha dato la terra e noi l’abbiamo tagliata a pezzettini, l’abbiamo circondata di reti e di confini, di dogane e di posti di blocco. Vogliamo vivere in pace, ma la pace non nasce mai dai muri, dai fossati, dai reticolati, dalle serrature, ma da un cuore che pur difendendosi dal male sa rischiare e sperare di più nel bene.
Non siamo ingenui, perché crediamo veramente che il mondo va verso una convergenza pacifica, che le guerre sono assurde, che la terra è una casa per tutti e non ci importa dell’odio dei malvagi perché sappiamo che il nostro maestro non li ha temuti e proprio quando sembrava che avesse fallito è risorto e regna ancora per chiamarci alla comunione fra tutto il genere umano.
Per rimanere nell’amore con cui Dio ci ha amati e ci ama occorre morire a sé stessi, rinunciare alla legge mondana della autosufficienza. C’è sempre il dominio del mondo sulle coscienze, Siamo sempre tentati di porre il senso di noi stessi in falsi valori. Se ha odiato Cristo è perché con la sua parola e con le sue opere ci ha fatto capire che l’incapacità di questo mondo di dare senso e significato alla vita è grande. Chi con la fede accetta come sua la missione di Cristo, o anche solo la sua misura dell’uomo, già per questo non è più del mondo e dovrà soffrire chi nega Dio per l’uomo e lo stesso uomo in nome di Dio. Sentirci rifiutati o fuori luogo nel mondo che si oppone a Dio deve essere certezza di fedeltà di Dio verso di noi.
13 Maggio
+Domenico