Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Audio della riflessione
Ci sono giornate in cui si ha il morale ai tacchi, in cui senti di non avere energia per affrontare le cose di tutti i giorni. Depressione, la chiamano i medici e sono sempre di più coloro che ne soffrono, che vedono svanire ogni energia dalla loro vita, che non trovano motivi per alzarsi la mattina. Quello che ieri era grinta, oggi diventa rabbia contro sé stessi e impazienza verso tutti. Si pensa che sia solo malattia, da curare con psicofarmaci, o ricostituenti, ma spesso è mancanza di vita interiore, di rapporto con Dio, di preghiera, di consapevolezza di sentirci nelle mani di Dio e di avere una missione da compiere. Non è sempre e solo depressione insomma, ma vuoto interiore, mancanza di ragioni per vivere, forza interiore.
Non dovevano essere molto diversi gli apostoli dopo la grande sofferenza e la grande sconfitta della croce. Il popolo aveva intentato un processo a Gesù, aveva preferito Barabba a Gesù, l’aveva mandato a morte. I primi sconfitti erano loro. Gesù era risorto, ma la forza nuova di affrontare la vita da soli ancora non si manifestava. E Gesù la promette e la manda loro. Verrà il Paraclito, la forza, il conforto, l’energia vera, la grazia, la nuova presenza intima di Dio in ogni vita. Colui che aiuterà a cambiare testa, a misurarsi con verità su ogni parola di Gesù, a sentirlo dentro come fuoco d’amore. Il peggio non è ancora passato, perché ora quello che hanno fatto a me lo faranno anche a voi, Anche voi sarete messi a morte nella convinzione di fare piacere a Dio, mio Padre. Vi isoleranno, vi cacceranno, vi scardineranno dalla vostra stessa identità. Non vi lascio soli con voi ci sarà sempre lo Spirito. Non è che Gesù sia stato molto tenero con loro, perché proprio quando li stava lasciando li ha messi di fronte alle difficoltà; non ha attenuato la profezia, non ha nascosto loro tutte le vessazioni cui sarebbero stati sottoposti. Ma non li ha lasciati in balia delle sofferenze e dei costi della evangelizzazione, della loro nuova missione
E la storia dei cristiani non è storia di kamikaze, ma di martiri, di testimoni che rispondono a ogni sorta di tormenti con cui i carnefici si divertono, con il sorriso, con il perdono, con la preghiera, senza rabbia. Hanno avuto una grinta interiore che non si sarebbero mai immaginati di poter avere. Dio ama i suoi figli e non li lascia soli.
Con lo Spirito nasce la speranza che è la prima cura contro la depressione spirituale e lo scoraggiamento. Quanto dovremmo anche noi cristiani di oggi avere più coraggio e meno lamentele, meno esclamazioni sfiduciate della serie: “non mi sarei mai immaginato un mondo così bastardo, leggero o stupido o assassino o cattivo o irriverente nei confronti della nostra religione”. Lo sappiamo che senza lo Spirito Santo moriremmo di lamentele. Con Lui, Gesù ci dona forza imbattibile, coerente e non diremo mai che nessuno è nostro nemico
15 Maggio
+Domenico