Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Audio della riflessione.
Parole difficili da comprendere ci sono anche nei vangeli se ci si ferma alla prima impressione che suscitano le stesse parole. Il santo e le perle nell’estimazione umana sono cose preziose e simboleggiano probabilmente il vangelo, l’annuncio della buona novella. I cani e i porci sono tutti coloro che, a qualsiasi popolo appartengano, mantengono nei confronti della Parola di Dio, volutamente e con perseveranza l’atteggiamento di incomprensione, il rigetto e il disprezzo che i porci, quasi ne fossero consapevoli, hanno per le cose preziose. Una esagerazione per far capire che vi sono atteggiamenti di autosufficienza, di chiusura assoluta, di fronte ai quali l’unica posizione possibile è quella del silenzio-
Immediatamente dopo c’è l’enunciazione della famosa regola d’oro “Tutto quanto volete che gli uomini facciamo a voi, anche voi fatelo a loro”, rivoltando la regola del giudaismo e di altre culture religiose, che è formulata in forma negativa: Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. La differenza può essere oltre ogni dubbio importante e sta nel fatto che Gesù eleva questa regola a principio universale, “così dovete trattare gli altri” Gesù sa che l’uomo ama sé stesso più di ogni altra cosa; e allora stabilisce il bene che ognuno vuole a sé stesso come termine di rapporto con gli altri: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. È un punto di partenza per arrivare alla carità disinteressata, all’amore senza misura che sta al centro di tutto il suo messaggio… È una enunciazione diversa del precetto della carità. Quindi per Gesù costituisce, come un riassunto della legge e dei profeti, una sorta di sommario ben preciso della rivelazione del Signore.
Gesù poi usa un’altra argomentazione classica tra i moralisti del tempo: la scelta tra due vie quella degli empi e quella dei giusti e anche qui con un cambiamento; alla via Gesù sostituisce o aggiunge l’immagine della porta: una che si apre sulla vita e l’altra sulla perdizione. Parlerà anche un’altra volta della porta stretta. La porta e la via stretta le conosciamo come caratterizzate dalla sequela, dalla croce, dalla persecuzione dalla stessa tentazione e sappiamo che queste si aprono alla vita piena, la vita di Gesù e l’altra invece alla perdizione. È la porta stretta per la quale entreranno tutti quelli che riescono a capire fino in fondo il suo messaggio di amore.
27 Giugno
+Domenico