Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv. 5, 7-9) dal Vangelo del giorno (Gv 5, 1-3.5-16) nel Martedì della IV settimana di quaresima
Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
La nostra esistenza è regolata soprattutto dalla ragione: i rapporti tra gli uomini sono regolati da dialoghi, confronti, riflessioni, scambi … abbiamo in comune la possibilità di intenderci, una logica che permette di andare d’accordo.
Abbiamo però anche forti istinti che entrano in conflitto o in dialogo con l’uso della ragione: talvolta vanno oltre la nostra ragione che si perde a rincorrere ideologie, visioni false della vita … tali sono l’istinto della sopravvivenza, della conservazione, sono spesso bisogni naturali, corporali che urgono anche se il cervello è distratto: per fortuna che ci viene fame, che abbiamo sete, che vogliamo coccole … qualcuno si dimenticherebbe pure di mangiare se fosse possibile … ma l’istinto deve essere regolato dalla ragione e dall’amore.
Quel povero uomo che giaceva ai bordi della piscina di Siloe non riusciva mai a entrarvi al momento giusto perché aveva attorno altri che badavano solo a sé: mi viene in mente come la nostra società emargina tante persone che non ce la fanno da sole a raggiungere quello che spetta a tutti, per esempio i portatori di handicap. Le barriere architettoniche, ma soprattutto le barriere che abbiamo costruito nella nostra mentalità non permettono loro di avere quello che è diritto per tutti.
Ebbene Gesù trova un ammalato ai bordi della piscina che aspetta di poter essere guarito: è sabato, Lui aspetta da 38 anni di poter ridare alla sua vita un barlume di autonomia, di potersi muovere, di non dipendere da nessuno … Gesù, perentorio, lo rimette in piedi a camminare diritto, gli ridà la pienezza della sua umanità.
Ma c’è chi è più preoccupato dei quadri che degli uomini, delle cornici che del quadro: I farisei vedono nella guarigione di questo poveraccio, di questa nostra umanità, un insulto alla legge, ma Dio ha tanto amato l’uomo da mandare suo Figlio: è così ogni esperienza di vita credente, deve liberare sempre, non costringere; deve guardare al bene profondo dell’umanità, non al bene della struttura.
E’ facile a questo punto giudicare ogni norma come costrittiva, ma da quando c’è Gesù, la norma è Lui, è lo Spirito che ci abita e che infonde la speranza che la vita possa sempre essere libera, ma vera.
16 Marzo 2021
+Domenico