Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-13)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Se ne fa tanta di strada nella vita. Ogni giorno si deve prendere un treno, un’automobile, una corriera per andare a scuola o a lavorare. Si imbocca una autostrada, una superstrada, una strada stretta di collina per evitare il traffico. La vita del pendolare è tutta su una strada, molta parte della vita la si passa così su quattro ruote, dal garage alla piazza, dalla piazza alla tangenziale, al luogo di lavoro. Si fa strada per il tempo libero. Molte strade sono una tomba per gli imprudenti o i violenti. Fare strada è componente fondamentale della vita. Si fa strada quando si deve andare all’ospedale, a trovare amici, molte volte la si sceglie per uscire dalla confusione, per trovare un luogo di pace. Altre volte ci si fa pellegrini a piedi verso una meta, un santuario. E si cammina, cammina… ci si mette in dialogo con i compagni di viaggio, si solidarizza, ci si aiuta, ci si sorregge.
Per Gesù, fare strada è una condizione privilegiata per annunciare il vangelo. “E strada facendo predicate che il regno dei cieli è vicino”. Il vangelo va portato ovunque, non deve trovare ostacoli, da quando ha preso la strada del mondo con gli apostoli che lo hanno diffuso ovunque era arrivata la civiltà. San Pietro, San Paolo hanno percorso tutte le vie allora conosciute, hanno solcato mari, penetrato isole, cambiato paesi e nazioni. Lo stile di questa capillare diffusione è la gratuità, il distacco assoluto da qualsiasi compenso o vantaggio economico o di prestigio. Non occorre denaro che è la sicurezza del ricco, né bisaccia che è la sicurezza del povero. Per l’apostolo è determinante la povertà, è libertà dal dio di questo mondo. Paolo ne darà esempio lucidissimo.
La Parola ha in se la sua forza, non ha bisogno di raccomandazioni, di servilismi, di mercati o di strategie, ha solo bisogno di un cuore che ama, di una fede che sorregge, di un desiderio che trascina, di un bisogno inesaudibile. E sarà la stessa Parola che sosterrà anche la vita di coloro che la porteranno; l’operaio ha diritto al suo nutrimento. I servitori della Parola vivranno della stessa Parola; non la vendono, ma guadagnano la vita; non la barattano, ma ne ottengono il sostegno; non la strumentalizzano, ma le obbediscono.
Su questa strada in cui passa il vangelo fioriscono i deserti, guariscono i malati, spariscono i demoni, trovano un cuore e un corpo pulito tutte le lebbre che ammorbano le nostre vite. Strada facendo, dice un noto cantautore, vedrai, che non sei più da solo; strada facendo, troverai, anche tu un gancio in mezzo al cielo, e sentirai la strada far battere il tuo cuore, vedrai più amore, vedrai… Il gancio in mezzo al cielo è il vangelo che porta più amore dovunque qualcuno lo fa giungere.
8 Luglio 2022
+Domenico